mercoledì 17 agosto 2016

Un burqa laico

Il 28 luglio, il sindaco di Cannes ha emesso un'ordinanza che dice:

l'accès aux plages et à la baignade sur la commune de Cannes sont interdits (...) jusqu'au 31 août, à toute personne n'ayant pas une tenue correcte, respectueuse des bonnes mœurs et de la laïcité respectant les règles d'hygiène et de sécurité des baignades

tradotto in italiano, più o meno dovrebbe essere così:

l'accesso alle spiagge e al bagno [in mare] nel comune di Cannes è vietato (...) fino al 31 agosto a chiunque non abbia un abbigliamento corretto, rispettoso del buon costume e della laicità, rispettando le regole di igiene e la sicurezza dei bagnanti [più esattamente "dei bagni"].

Sembrerebbe tutto abbastanza ok, se non fosse per quella parolina, laïcité, che solleva qualche perplessità.

Che cosa vuol dire, esattamente, laicità?

Secondo il dizionario Larousse:
Concezione e organizzazione della società fondata sulla separazione di Chiesa e Stato e che esclude le Chiese dall'esercizio di ogni potere politico o amministrativo e, in particolare, dell'organizzazione dell'insegnamento.
Secondo il CNRTL:
Principio di separazione nello Stato tra la società civile e la società religiosa

Bene, ok, allora è chiaro: a meno che io non mi metta in spiaggia a fare propaganda per l'instaurazione di una teocrazia in Francia, non ho di che preoccuparmi, giusto?


Mmmm... Mi sa di no.
Perché dai giornali leggo di quattro donne che sono state multate a seguito di questa ordinanza.
Che strano, in così poco tempo quattro istigatrici di una rivoluzione teocratica? E tutte donne?
Ci dev'essere qualcosa sotto.
E infatti sembra proprio che la terribile minaccia alla laicità dello Stato francese sia... un costume da bagno. Un costume da bagno particolarmente coprente, disegnato per permettere alle donne mussulmane di fare il bagno rispettando la loro tradizione religiosa.
Un po' come il vestito di una suora rispetta la regola religiosa del suo ordine, un po' come la kasaya dei monaci buddisti, o come potrebbe essere il tau che portavo al collo anni fa, la kippah o il clergyman.

Ma io mi chiedo... portare un simbolo religioso in pubblico è un attentato alla lacitià di uno Stato? Per il solo fatto che non nascondo la mia appartenenza ad una religione sto attentando alla reciproca libertà tra Stato e Chiesa (quale che sia)??
Ma come faranno gli zelanti appartenenti alle forze dell'ordine a giustificare le loro multe, a dimostrare che senza dubbio la condotta dei multati non stava rispettando la laicità? E come mai questo dovrebbe valere solo in spiaggia, e non in tutti i luoghi pubblici?
Ma soprattutto, come mai si parla soltanto di burqini? Possibile che tra tutte le migliaia di bagnanti, soprattutto europei, si siano trovati solo burqini e nemmeno una crocettina appesa al collo?? Oppure il burqini è un attentato e la croce no?

Forse una risposta ce l'ha data l'illustrissimo Valls:
Le burkini n’est pas une nouvelle gamme de maillots de bain, une mode. C’est la traduction d’un projet politique, de contre-société, fondé notamment sur l’asservissement de la femme. Certains cherchent à présenter celles qui le portent comme des victimes, comme si nous mettions en cause une liberté ... Mais ce n’est pas une liberté que d’asservir la femme.
Tradotto:
Il burqini non è una nuova gamma di costumi da bagno, una moda. E' la traduzione di un progetto politico, una contro-società, fondata specialmente sull'asservimento della donna. Alcuni cercano di presentare coloro che lo portano come delle vittime, come se noi negassimo una libertà... ma non è che libertà di asservire la donna.

Il sindaco di Sisco, in Corsica, è stato molto più chiaro e diretto: sono infatti vietati
tout signe religieux distinctif dans les lieux publics,

tutti i segni distintivi religiosi nei luoghi pubblici.

Bravi. Bene. Bis.
Dei geni.
Mi sembra corretto, dopotutto.
Diciamolo, che in fondo il terrorismo è causato da questo. Dalle religioni.
Non dalla sofferenza patita da persone emarginate dalla società, sfruttata da una catena di persone più o meno potenti che, per aumentare la loro influenza e il loro potere, cercano di convincere il mondo che gli occidentali sono cattivi e odiano tutti i mussulmani e si fanno i soldi sulla loro pelle, e che tutti i mussulmani devono odiare gli occidentali.
Diciamolo che non hanno bisogno di convincerci, perché in fondo è così, se la gente si ammazza è perché tu non nascondi che sei mussulmano, perché tu non nascondi che sei cristiano o ebreo.
Non importa se c'è qualcuno che lotta per dire che non è così, che chi ammazza ammazza perché è un terrorista, non perché è mussulmano, che non sono le religioni che dobbiamo combattere ma l'odio, la sofferenza e l'emarginazione.
Diciamolo che è pericoloso vedere mussulmani e cristiani fare il bagno insieme, molto meglio una società dove nessuno sembra religioso, dove tutti sono uguali, "normali".

Ah, a proposito.
Negli States in questi giorni hanno qualche grosso problema tra persone di pelle bianca e persone di pelle nera.
Propongo una soluzione geniale, alla "Cannes": una bella legge che vieti di mostrare il colore della propria pelle in pubblico. Niente diversità, niente problemi, no?
Un bel vestito che copra tutto.
Una specie di burqa. Laico, però.

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