giovedì 14 dicembre 2006

Cosa si può fare in 2 giorni e mezzo


ovvero, la Route Invernale 2006 - Val di Susa:
  • costringere la mamma a fare da tassita girando mezza Parma per caricare su gli altri (e i loro zaini);
  • arrivare in stazione alle 6:40, e scoprire che il treno ha 30 minuti di ritardo;
  • rompersi le scatole sulla pensilina guardando passare sul nostro binario tutti i treni del nord italia, escluso naturalmente l'unico che avremmo voluto veder passare;
  • saliti sul treno a furia di spinte, accorgersi che i posti (prenotati da noi), sono anche prenotati da altre persone, che ovviamente sono già sedute e ci consigliano di rivolgerci alle FS per le rimostranze...
  • restare bloccati per un'ora, con zaini e chitarra, nel corridoietto dell'intercity, affollato di passeggeri e di valige;
  • alla prima stazione scendere dal treno e risalire di corsa sull'ultima carrozza alla ricerca di un posto libero, o, alternativa, farsi tutto il treno a piedi, nei corridoietti, trascinandosi lo zaino, con conseguende frattura delle ginocchia contro i seggiolini e odio eterno degli altri passeggeri;
  • suonare e cantare, tanto perché gli altri passeggeri non ci odiano ancora abbastanza;
  • giocare a 7 e mezzo;
  • fare il giro turistico della stazione di Torino in attesa del treno successivo, comprando focacce e pizzette in abbondanza;
  • giocare a 7 e mezzo;
  • scendere alla stazione sbagliata, mentre si sta mettendo a piovere;
  • farsi ospitare per pietà nell'oratorio del paese per il pranzo;
  • giocare a Catechic;
  • giocare al cruciverbone sulla carta di Clan, con gli occhi che si chiudono per il sonno da recuperare;
  • camminare in calzoncini corti sotto la pioggia lungo la statale, guardando le macchine che ci suonano e i vermi che attraversano la strada (tipo lemming al suicidio);
  • farsi narcotizzare da un qualche gas diffuso nella chiesa durante la Messa;
  • apprezzare la praticità degli gnocchi che cuociono in 1 minuto e del galbanino;
  • giocare a 7 e mezzo;
  • scegliere il capitolo dell'anno affidandosi alla sorte (e ai 6 di Popo, e alla puzza del gorilla, e al grillotalpa che si sente fino a 600 m, e ai 4.000.000 di tacchini selvatici...)
  • fare ore di coda per il bagno, aspettando le "inquiline del piano di sotto";
  • farsi raccontare dal Dani la storia della buonanotte ("Balla Linda"...);
  • svegliarsi e fare ore di coda per il bagno, aspettando le "inquiline del piano di sotto";
  • far fuori due pacchi di biscotti in 4 a colazione;
  • fare ore di coda per il bagno, per lavare le gavette, aspettando le "inquiline del piano di sotto";
  • partire, e scoprire che sul sagrato dove stiamo facendo attività, di lì a 5 minuti arriverà la sposa per un matrimonio;
  • arrivare alla Sacra di San Michele e accorgersi che Allino e la Costy si sono persi, e i capi sono andati a cercarli e si sono persi anche loro;
  • accamparsi e pranzare con panini e salame in mezzo ai resti archeologici di un antico battistero;
  • giocare a 7 e mezzo;
  • dopo aver inutilmente aspettato i dispersi, visitare la Sacra lasciando sul libro delle firme "In ricordo di chi non può essere qui con noi...";
  • scendere in paese prima lungo una mulattiera abbandonata poi rischiando di rimetterci le rotule lungo una via crucis ripida e scivolosa;
  • sfrattare un reparto dalla sua sede pur di trovare un posto caldo;
  • accogliere i dispersi (con molto calore e compassione, sisi... )
  • passare tutto il pomeriggio e la sera a fare Punto della Strada, scoprendo di essere un Clan di anticlericali ("...facciamo così, alzi la mano chi non ha problemi col punto fede...")
  • lavare le gavette alla fontana con un vento a 0° C che ti spruzzava l'acqua gelata addosso, rigorosamente in calzoncini corti;
  • ibernarsi per salutare gli amici valsusini (e non) passati a trovarci;
  • incastrarsi in 19 in una stanza dove per terra ci stanno al massimo 12 persone;
  • farsi raccontare dal Dani la storia della buonanotte ("i pramzàn dal sàs");
  • accorgersi domenica mattina, quando ci stiamo giusto abituando alla route, che è già quasi finita;
  • giocare a calcio nel sagrato della chiesa;
  • giocare a carte in stazione aspettando il treno (ovviamente in ritardo);
  • salire sul treno (ovviamente pieno) e passare il viaggio nel corridoietto tra i vagoni;
  • fare un'altro giro turistico per la stazione di Torino in attesa del treno;
  • terrorizzarsi per un sospetto terrorista che, dopo essersi piazzato in mezzo ai nostri posti (di fianco alla Fra e al Carcio che dormivano...), non si voleva spostare;
  • e, per finire, giocare a 7 e mezzo!

lunedì 11 dicembre 2006

Per gli uomini di cattiva volontà


Posto una preghiera letta nell'oratorio di Sant'Antonino di Susa:

Signore,
quando ritornerai nella tua gloria,
non ricordarti solo degli uomini di buona volontà.
Ricordati anche degli uomini di cattiva volontà.
Ma, allora, non ricordarti delle loro violenze.
Ricordati piuttosto dei frutti che noi abbiamo prodotto a causa di quello che essi ci hanno fatto.
Ricordati della pazienza degli uni, del coraggio degli altri, dell'umiltà, ricordati della grandezza d'animo, della fedeltà che essi hanno risvegliato in noi.
E fa', Signore, che questi frutti da noi prodotti siano, un giorno, la loro redenzione.
Una vittima di un lager nazista.