lunedì 21 maggio 2018

Tasse!


Ammetto che quest'anno è stata dura resistere alla tentazione di diventare un evasore fiscale.

Fino ad ora dichiarare il reddito delle lezioni private era stato per me una questione di coerenza e onore. Ma quest'anno, quando ho aggiunto nel rigo D6 i 2210 € ricavati nel 2017, ho strabuzzato gli occhi vedendo il mio debito con lo Stato impennarsi di 1454 €.

Mi chiedevo come cavolo potesse essere possibile, quale iniquo e assurdo sistema prevedesse che, per un contribuente che sfiora appena i 20000 € lordi annui, 2210 € lordi fossero tassati al 66%.

E il diavoletto sulla mia spalla destra sussurrava: "Cancella quella casella! Non ti ha visto nessuno, non c'è traccia da nessuna parte di quei soldi se non in quelle ricevute che tanto nessuno guarderà mai, tienti quel gruzzolo che sono briciole per uno Stato iniquo mentre per te sono una montagna di soldi!"

Poi, ho fatto due conti, e mi sono accorto che:
596 € è l'aumento dell'imposta lorda;
98 € sono dovuti alla diminuzione della detrazione per lavoro dipendente, dovuta al reddito più alto;
43 € è l'aumento dell'addizionale regionale;
18 € è l'aumento dell'addizionale comunale.
In più, l'acconto che avevo versato l'anno scorso per quest'anno era stato tutto "mangiato" dal fatto che quest'anno non ho più la detrazione per i giovani in affitto, quindi le tasse che effettivamente pago sui 2210 € di lezione sono 755 € (34%, tantino, ma già più ragionevole), solo che quest'anno le pago "doppie" perché devo pagarle sia per quest'anno sia anticiparle per l'anno prossimo, anticipo che mi verrà restituito se non dovessi più dare lezioni private.


Ma non è la matematica che mi ha convinto a non cancellare la casella.

Quello che mi ha convinto, pedalando forte sul lungoparma sotto il sole primaverile, è stato sentirmi vivo: l'aria addosso, la bici che vibra sul marciapiedi sconnesso, il grido di un merlo che attraversa la strada, e il battito che poco più di una volta al secondo mi ricorda che per tutto questo devo dire grazie. E oltre ai grazie a chi ha generato tutto questo e soprattutto me, io devo dire un grazie molto concreto e molto personale, perché questa valvola che tra tre giorni compie sette anni nel mio cuore è lì solo grazie alle tasse che milioni di persone hanno versato, che sono diventate ricerca, ospedali, medici, e infine quella sala operatoria e quelle persone che mi hanno permesso di arrivare fino a qui.
E per lo stesso motivo devo ringraziare per quasi tutto quello che nella mia vita ho, che i miei soldi da soli non basterebbero a comprare: le scuole che ho fatto, la relativa sicurezza in cui sono sempre vissuto, la città e il Paese dove vivo, pur con tutti i loro difetti...

Ma perché una cosa così bella come costruire insieme un Paese che da soli non potremmo costruire, deve passare come una cosa così amara come la sorpresa che ho avuto nel compilare la dichiarazione dei redditi?
Che senso ha sentirsi presi in giro da un sistema di tassazione incomprensibile, che a forza di inserire righi del modulo, casi particolari, detrazioni, bonus e meccanismi complessi finisce per essere ancora più iniquo e più odiato? Che fa sentire il cittadino raggirato come se stesse firmando un contratto truffa, senza poter rifiutare?
Poi ci credo che la "flat tax" riscuote così tanto consenso, anche se sarebbe un enorme regalo ai ricchi da parte dei meno ricchi.
Quando in realtà il problema non è la progressività fiscale, ma tutto quell'enorme, asfissiante montagna di complessità che ci è stata costruita intorno, a forza di voler accontentare qualcuno un giorno, qualcun altro il giorno dopo e così via.

Ricordiamocelo, la prossima volta che vediamo con occhio favorevole una leggina che "sì, complica solo un pochino, ma per una buona causa...", che prezzo paghiamo per leggi troppo complicate per essere amate.

E soprattutto, ricordiamo cosa perderemmo, se non ci fosse chi mette del suo al servizio di tutti, attraverso quella cosa che chiamano "tasse".