mercoledì 20 settembre 2006

Una storia vera. Una storia non ancora finita.


Un paesino in riva al mare, un orfanotrofio in un paese lontano, una bambina in pericolo; da una parte, una coraggiosa coppia e un gruppetto di parenti, amici, un sindaco, un prete e pochi altri; dall'altra, un'intera nazione straniera, armata di diplomatici e agenti segreti; una Chiesa ufficiale silenziosa, uno Stato che non si capisce da che parte stia.
Sembrerebbe proprio lo scenario adatto per un film.
E chissà quanti film sono stati girati, con uno scenario simile.
Peccato che il paesino si chiami Cogoleto, l'orfanotrofio sia quello di Vileika, i due genitori siano Maria Chiara e Alessandro, la nazione straniera sia la Bielorussia, e la bambina è proprio quella che viene chiamata "Maria".
E che sia tutto terribilmente vero.
E non vero come il 99,9% degli italiani lo vede attraverso la TV, leggendo i giornali, attraverso internet.
Vero come lo vivono sulla loro pelle Chiara e Sandro, stritolati tra le morse della politica internazionale per la loro scelta d'amore, ma nonostante tutto ancora con la forza e il coraggio di non cedere;
vero come lo vivono i lupetti del Branco del Cogoleto 1, che si sono improvvisamente ritrovati fratellini e sorelline di una lupetta in grande, grandissima difficoltà;
vero come lo vivono i ragazzi del Clan, di colpo ritrovatisi, senza volerlo, da una "normale" vita di "ragazzi normali", nel bel mezzo di questo film troppo reale;
vero come lo vive la gente di Cogoleto, costretta a scegliere se stare dalla parte di "Maria" e dei suoi genitori, pagando il prezzo degli sgardi di traverso e degli insulti più o meno velati di chi non la pensa come loro, e rischiando di essere controllati da qualche agente segreto se si è stati un po' troppo vicino a "Maria"; o in alternativa voltare le spalle a tutto questo, bollando i due genitori come "egoisti".
Peccato che, nella realtà, non si possa essere sicuri del lieto fine; peccato che non si possa mandare "avanti veloce" per vedere cosa succederà dopo.
Peccato che, se non ci piace, non si possa dire "va beh, era solo un film, solo fantasia".
Ma per fortuna abbiamo un grande, grandissimo vantaggio, rispetto ad un film.
Un film non lo puoi cambiare.
La realtà si. La puoi cambiare.
Forse non possiamo sperare di cambiare da soli tutto. Ma possiamo mettere la nostra goccia nel vaso. Prima o poi, arriverà la goccia che lo farà traboccare, e le cose cambeiranno davvero.
Alessandro e Maria Chiara hanno deciso che la vita e la felicità di "Maria" vale di più di una legge scritta, vale di più dell'orgoglio di uno stato, vale di più di tutto quello che stanno subendo come conseguenza della loro scelta.
Gli scout di Cogoleto, la gente del paese che era ieri sera in piazza, il parroco, il sindaco, e tanti altri credono in questa scelta. Hanno deciso che "Maria" vale di più del "vivi e lascia vivere", della tranquillità che hanno perso rifiutandosi di stare zitti e fermi.
Anch'io credo in questa scelta. E spero che ogni giorno ci siano altre persone che decidono che la vita di una bambina merita almeno un po' del loro tempo, della loro volontà, del loro cuore.

lunedì 18 settembre 2006

Lettera


L'ho scritta come commento ad un articolo del sito www.aiutiamomaria.info.
Aspettate, credo che qui stiamo perdendo lucidità nell'affrontare le cose.
Io stasera metterò il sacco a pelo nello zaino, domani non tornerò nemmeno a casa dall'università, ma prenderò il treno, forse da solo, e verrò lì, a Cogoleto, per partecipare alla fiaccolata.
Un nulla in confronto a quello che hanno fatto Maria Chiara e Alessandro, ma tutto, o quasi, quello che posso fare io fino ad adesso.
E non lo faccio per un obiettivo politico, nemmeno per un'ideale. Io, lo faccio (ed è una novità, per me), solo per una bambina. Solo per lei.
Perché credo, molto semplicemente, che non ci sia nessuno, là in Bielorussia, che vuole davvero bene a lei, non c'è nessuno che desidera, che ama Lei e Proprio Lei. Qui in Italia, credo di si. Anzi ne sono sicuro.
Allora perché dovrebbe ritornare?
Io credo che l'unico motivo sia perché lo vogliono le "autorità" bielorusse. Avranno anche un nome, poi, queste "autorità".
Ma quale diritto hanno, queste "autorità", di reclamare la bambina come "oggetto di loro proprietà"?
Il diritto che una madre e un padre hanno di poter avere il loro figlio? Questo è un diritto che si conquista con l'amore. Uno Stato non ama i propri bambini come una madre o un padre. Li può proteggere, questo si. (Ma la Bielorussia, con Maria, non ha fatto nemmeno questo).
E allora, quale leva hanno usato, per arrivare a questo punto? Il ricatto?
E quindi, noi pagheremmo per questo ricatto?
Anche con tutte le garanzie che ci possono dare, staremmo al ricatto semplicemente per il fatto di ridare la bambina, perché, guardiamoci tutti dentro, dentro di noi io credo che tutti sappiamo che non c'è un vero motivo per cui la bambina dovrebbe tornare là, nessun motivo che non sia l'orgoglio.
Orgoglio in mano di persone che questo orgoglio lo stanno facendo pesare.
Più della felicità di una persona.
Di molte persone.

Questo è quello che penso io. Non è Verità Assoluta. Non è il Giudizio del Giudice Supremo.
Ma è la voce di uno che, non so nemmeno io come né perché, è stato colpito, chiamato da qualcuno in difficoltà, tanto da dimenticare tutto e prendere un treno.
E spero che questa lettera possa essere letta prima che sia troppo tardi.
Perché, come ho detto, io, questa volta, questa volta soltanto, non ho a cuore un obbiettivo, un ideale, un popolo, ma una persona. Una sorellina.
Luca

giovedì 14 settembre 2006

Una bambina è in pericolo?


Stavo leggendo il forum di tuttoscout, quando sono finito su un topic che mi ha sconvolto:
una bambina bielorussa è nascosta dai genitori affidatari per non rimandarla nel suo paese dove subiva violenze sessuali.
I carabinieri la stanno invece cercando per evitare uno scontro diplomatico con la Bielorussia.
La bambina è una lupetta di Cogoleto.
Questo è il sito di chi sta dalla parte della bambina: http://www.aiutiamomaria.info/
Vi prego di informarvi a vostra volta, e se trovate qualcosa di interessante, anche di diverso da quello che ho trovato io, vi prego di farmelo sapere, magari aggiungendo commenti.
Altre fonti:
Questo invece è un servizio capace di suscitare istinti omicidi in qualsiasi scout:http://www.studioaperto.mediaset.it/video/popup/videopopup_24299.shtml

mercoledì 6 settembre 2006

Fiducia e Coraggio, i nostri antidoti per vincere l'Oscurità


Questo era il motto del mio secondo campo estivo.
Al tempo non gli avevo dato tanta importanza, ero più attratto dall'ambientazione, che era Il Signore degli Anelli.
Alcuni giorni fa, però, in montagna, mi è caduto l'occhio su un avviso di un giornale, era la presentazione di una conferenza sulla Cina: come difendersi dal gigante cinese, come conquistarlo economicamente.
Stamattina, ancora, alla radio sento di una nuova trasmissione che parla dei rapporti politici ed economici con la Cina.
Mi è venuta rabbia, a leggere a sentire queste cose.
Ormai non sopporto più di sentir parlare di Cina di quà, Cina di là.
Non è colpa della Cina, è che la Cina ora è solo uno spauracchio, per farci paura.
Come l'Islam, come l'URSS prima.
Ci viene continuamente dato un nemico di cui avere paura, così noi, impauriti, ci chiudiamo in casa, tenendo il fucile puntato alla finestra, chiedendo "Chi va là?" a chiunque bussi alla nostra porta sprangata...
Abbiamo paura, così siamo pronti ad affidarci a chi ci propone una soluzione stabile, sicura e protetta...
Abbiamo paura, così siamo disposti a rinunciare alla nostra libertà in cambio di sicurezza.
Ormai, abbiamo anche tanta, troppa paura della gente.
Abbiamo paura di chiedere l'autostop, e anche a dare passaggi.
Non mandiamo i bambini a scuola da soli, perchè abbiamo paura che ci sia un pedofilo dietro l'angolo.
In giro per la città, siamo più preoccupati a controllare il portafoglio che ad accorgersi delle altre persone: ormai sembra che sia permesso salutare uno sconosciuto solo per i sentieri di montagna, e anche lì è una tradizione che si sta perdendo.
Ma che senso ha?
Ha lo stesso senso di una donna che abortisce per non far rischiare al figlio una vita difficile!
E' paura di vivere!
Ci stiamo chiudendo ognuno nel proprio guscio, perché ci hanno convinti che, la fuori, c'è pieno di tagliagole pronti a farci del male...
Ci siamo scordati, forse, che anche gli altri sono persone, come noi? Che anche gli altri hanno un'anima, dei sogni, possono ridere, piangere, soffrire, amare, essere felici?
Ero immerso in questi pensieri, quando mi sono accorto del mio anello.
E' incredibile come uno può portare per mesi, 24 ore su 24, un anello, e dimenticarsi completamente della sua esistenza.
Era proprio l'anello del campo del Lago Ballano.
Mi è ritornato in mente il motto del Campo:
Fiducia e Coraggio, i nostri antidoti per vincere l'Oscurità.
Fiducia nelle persone, coraggio di vivere davvero.
Se lo capissimo davvero...
Se avessimo il coraggio di gicarci la nostra vita fino in fondo,
se avessimo il coraggio di vedere negli altri persone come noi, e non nemici;
allora credo davvero che saremmo molto più felici.
E io credo che questo non sia solo un sogno.
Credo che si possa fare davvero, se solo ci impegnamo un po'.