venerdì 6 ottobre 2006

Non giudicate se non volete essere giudicati


Vorrei che la gente la smettesse di accusare e cercasse di capire.
Com'è andata la vicenda, l'ho postato qui sotto.
Come si possono accusare delle persone che hanno scelto di rischiare l'odio di tutto il mondo, oltre alle pene legali, per seguire l'unica strada a loro conoscenza che offriva una speranza di felicità alla bambina che a loro chiedeva aiuto?
Questo situazione è nata perché "Maria" e gli altri bambini nelle sue condizioni trovano degli enormi ostacoli nell'avere una famiglia.
Le famiglie in grado di ospitare questi bambini ci sono.
C'è però, evidentemente, chi mette degli ostacoli tra queste famiglie e i bambini. E non sto dicendo che chi mette gli ostacoli è chi vuole accertarsi che le famiglie siano in grado di ricevere il bambino.
Basta, non voglio che si accusi chi è stato stritolato legalmente ed emotivamente da questo mondo imperfetto. Voglio che si capisca che non tutti scelgono di rinunciare alla felicità di un bambino nella speranza che questo possa contribuire alla felicità di tutti i bambini.
C'è anche chi si stufa, chi crede che queste sofferenze debbano finire subito, chi spera che tutti capiscano cosa sta succedendo e si mobilitino, riuscendo a fare ciò che una famiglia da sola non può fare.
E voglio che si dedichi più fiato a denunciare chi, effettivamente, ha la responsabilità di quelle cose che non vanno, e non giudicare le scelte di chi ormai non ha più voce per difendersi.

mercoledì 4 ottobre 2006

Voglia di Pace


Pace è il coraggio di dare la mano.
Pace è parlare alla vita che hai davanti, non ad una maschera.
Pace è saper dire "ho sbagliato".
Pace è saper rispondere "fa lo stesso".
Pace è riderci sopra insieme.
Pace è mettere la vita prima delle idee.
Pace è fiducia.
Pace è speranza.
La pace non è un'utopia.
Basta un sorriso sincero per farla.

lunedì 2 ottobre 2006

La vera storia di Vika


Questa è la storia di "Maria":
Vi preghiamo di non travisare o ritagliare lo scritto, è una situazione troppo delicata.

domenica 1 ottobre 2006

Le ragioni dell'amore


La gente che non ama non lo capisce.
Non sto facendo tutto questo chiasso perché voglio farmi vedere, perché mi sta sulle balle la Bielorussia, o non so che altra ragione balorda.
Le mie ragioni sono le ragioni dell'amore.
L'amore che Ale e Chiara hanno avuto per Vika, e che Vika ha avuto per loro.
L'amore che ha legato Vika con tutti quelli che adesso non dormono per lei, con le nonne, con il Don, con gli scout, con la gente di Cogoleto che non è stufa di scendere in piazza per lei.
L'amore che in qualche modo ha chiamato anche me, si è intrufolato nella mia vita, e che adesso non posso permettermi di non ascoltare.
E' quell'amore che ti lascia un marchio indelebile nel cuore e nella memoria, che trasforma una persona qualunque in qualcuno che per te conta, che nel tuo cuore ha un nome.
Quell'amore che vuole solo il bene, e non un bene egoista, ma un bene altruista, quell'amore che vuole un mondo di persone felici, sincere, vere.
Quell'amore che non può sbagliare, perché è l'amore che si dona al 100%, l'amore di un genitore per il figlio, l'amore di un fratello grande per la sua sorellina, che nemmeno ha mai visto, ma non può più cancellare dalla sua memoria e dai suoi pensieri.
Quell'amore che ti fa smuovere il mondo intero per poter far finire una sofferenza.
Qualcuno ha cercato di ingabbiare questo amore dentro un ricatto.
Gli ha addossato la colpa di migliaia di altre felicità troncate.
Ma non è colpa dell'amore.
Ora questo amore ci chiede di liberarlo da questa gabbia, da questa infamia, da questo odio.
Se solo la gente lo capisse...
Lo capisse che non è colpa dell'amore...
Forse, così, tutti insieme, riusciremmo a far scendere chi ha il potere dal suo trono d'egoismo, e insegnarli cosa significa amare.

La comunità che manca


Perchè non possiamo parlarci tutti in sincerità?
Perchè non possiamo fare come quella sera di route, a Lourdes?
Sederci tutti in cerchio, la sera, attorno ad una luce che a malapena illumina i volti;
e lasciare che la stanchezza di troppi litigi e troppi rancori si stemperi pian piano nelle parole più sincere che ognuno in vita sua ha mai detto...
Tutti, tutti gli artefici e i protagonisti di questa vicenda di dolore in cui alcuni non hanno il coraggio di parlare con il proprio cuore, e altri hanno il cuore tanto straziato da sembrare scandaloso e inopportuno alla "gente per bene".
Lasciare, tutti, da parte quella immensa costruzione di muri e corridoi che è la legge e la politica, e diventare ad un tratto una vecchia compagnia malata di attriti ed incomprensioni.
Così da poter guarire in una sera, in cerchio, spinti dalla voglia di smetterla con tutte queste falsità, questi silenzi, queste parole non dette o gridate dalla disperazione.
Perchè la gente non ha mai imparato, o si è dimenticata, il significato della parola comunità?
Perchè la gente continua a voler riscuotere i debiti del passato, e si dimentica di costruire insieme il futuro?