domenica 11 settembre 2011

L'associativa commedia

poema in endeca-circa-sillabi, rime quasi baciate ACDB ("alla c***o di B****a")

"Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai in Figline Val D'Arno
che la diritta via era smarrita.
Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
il mio cruccio, dopo anni di ricerche
e disdette, trovarmi a completare
il cammin verso il fazzoletto rosa
nel campo dove né il biondo capo
né i cambusieri, che di ogni campo
son, per vero, quelli che contano di più,
sapevan la via che porta alla meta.
Ma grazie all'aiuto del ciel giungemmo
sani e salvi per l'ora di compieta
insieme agli altri che conoscemmo
tra il caldo e gli affreschi fiorentini,
e nella casa tra gli ulivi desinammo,
dove il sale manca nei pagnottini
e l'acqua ha quel dolce sapor di tubo
che ti insegna presto ad amar la sete!

Ma, temprati da ben altre fatiche,
godemmo assai dei letti e dei cuscini,
delle docce calde ogni mattina
e dei saltuari tuffi in piscina:
potete dir di aver trovato questo
in qualunque altro campo degli scout?
Così era scandita la giornata:
sveglia all'alba (per chi ci riusciva),
sonnacchioso riposar sul muretto,
alle nove nella chiesa iniziava
la catechesi del padre, provetto
conoscitor di Tolkien e teologia;
seguiva la lunga, tremenda prova
che patirono le fragili schiene,
ore di sessione seduti per terra
o sopra le panche, ma tanto è peggio.
Per riaverci da queste fatiche
cominciammo il viaggio verso il paese
di Pengule, non senza attraversare
il fiume Waingunga, dove lasciammo,
perito, il ginocchio di Lorenzo.

Nel pomeriggio si teneva il torneo
conteso da squadre equilibrate assai:
cinque rugbisti ed un "capotreno"
vinsero a palla lupetto e shangai.
E poi la sera, nel gioco, qualcuno
forse dubitare avrebbe potuto
della serietà dei contendenti
che alla regina morta fecero voto
di scalpar la regina avversaria...
Tra film, pop-corn e bagni in piscina
vinti dai migliori "artisti del capo"
anche il mezzo del campo si avvicina:
l'ora è giunta di partire per l'hike,
fate gli zaini, scegliete il compagno,
"chi mi ama mi segua" sarà il motto.
Mentre lo zoppo è beato tra le donne,
e qualcuno campeggia a Santa Lucia,
nel bosco c'è festa attorno al fuoco,
tranne che per Mirco e per Oliviero...

...ed il cinghial che legge Borsellino!

Tornati che fummo a San Martino
e con misero pranzo gli stomaci
riempimmo, sotto le stelle vegliammo;
e giunse così in un battibaleno
l'ultimo giorno, tra lunghe verifiche,
pianto e risate, ed improvvisate
scenette in napoletano stentato...
Stasera, a casa, di quelle sere
a cantar finché il sonno non ti esige,
di panorami di colli e centrali,
di quelle lettere lette alla cena,
di tutti quei volti, davanti agli occhi
rimangono solo, ormai, le stelle."





Si ringaziano:
i capi campo Giacomo e Serenella, i pezzi grossi (in senso diverso) Vince e Chiara, Giangavino, padre Alex, la cambusa tutta; le campeggiatrici di aeroporti Federica e Andrea, Mattino Gioioso, Michela e Chiara e il loro "vicino di casa" Federico, la Betta ed Emanuele, Lorenzo che si è fatto mezzo campo su un piede solo, Oliviero, Fabio, la Chiara di Arezzo, la Silvia P e la Silvia Z, la Laura e la Gloria, la Chicca, l'Eleonora, Alessandro il giovane e geniale matematico, Alessio il quasi-prete, l'aspirante conquistatore di ottomila Sergio, Mattia, la Martina, la Cecilia, l'Alessia, la Camilla, Mirco la macchina da guerra dell'Acheronte, e gli altri miei emiliani Silvia e Andrea, la Maria, il mio fratello di strada Federico, e la mia compagna di canti, chiacchierate e scenette, Cri.

"Buon viaggio, hermanno querido,
e buon cammino ovunque tu vada:
forse un giorno potremo incontrarci
di nuovo lungo la strada!"