venerdì 3 novembre 2006

ROSS


Eccomi qui a disfare lo zaino della ROSS, e a tirare fuori quello che avevo messo dentro alla rinfusa in questi giorni...
C'è il biglietto del treno Parma-Imola, quel treno su cui ho conosciuto i miei primi compagni di strada, Filippo, Enrico, la Sara, Marco. Ci sono i canzonieri, fatti su in fretta e furia la notte prima di partire, dopo una chiacchierata con Dario da cui avevo carpito alcune curiose informazioni...
Ci sono gli scarponi, che hanno conosciuto nuove strade, percorse insieme a chi ha scambiato tante parole, e a chi ha scambiato semplicemente la strada fatta insieme. C'è il mio vecchio Vangelo "da battaglia", che mi ha accompagnato ormai in tantissime avventure, e ora tra sue pagine ingiallite ha anche il ricordo delle parole di Padre Giove.
C'è la gavetta eternamente sporca, e il mio intestino nonostante tutto ancora in vita... I vestiti sporchi del sudore della strada, della puzza delle cimici e delle schifezze dei piatti da lavare...
C'è la lettera per l'hike, quella lettera aperta nell'aria buia e frizzante della mattina, lungo la strada. Ci sono ancora il fazzoletto del pane e la boccetta del vino: accompagnato dalle parole e dei pensieri di chi ha voluto dire la sua, anch'io ho portato il mio "carico" all'altare.
Ci sono cose mai usate, come la bussola, la giacca e i panta-vento, cose che sarebbero servite nelle difficoltà che stavolta hanno deciso di lasciarci tranquilli.
C'è la mia chitarra, che suonata da tante mani diverse ha fatto, insieme alle altre, il suo semplice e meraviglioso lavoro di chitarra, di bacchetta magica per aprire lo scrigno dell'allegria. Così, adesso, quella scatola di legno che di anni e di musiche ne ha vissuti molti più di me ha conosciuto anche le dita di Giak, di Lele, di Marco e di Enrico, della Cate e della Cami e degli altri che hanno voluto regalarci un po' del loro talento o della loro buona volontà...
C'è il fazzolettone bordeaux della ROSS, scambiatoci il primo giorno, e ora carico della spilla che non voleva mai stare attaccata, delle letterine che MariVi distribuiva tutte le sere, della forcola e della campanella dell'ultimo giorno.
C'è il biglietto del treno del ritorno, il treno sul quale, un po' per volta, abbiamo salutato chi partiva per un'altra strada, finché non è arrivato anche il mio turno di scendere.
C'è, naturalmente, il quadernino della ROSS, con i mallopponi di fogli delle attività, i miei pochi fogli di appunti, riflessioni, bozze e sfoghi, il mitico canzoniere che sto tutt'ora sfruttanto abbondantemente, e le pagine del "dedicato a"... Pagine in cui mi sono state regalate parole importanti, che avrei voluto regalare anch'io, se solo fossi stato più sveglio...
"Non esiste una fotografia perfetta, tutte le foto sono un poco sfuocate, quello che conta è riconoscere la sfocatura come tale, non fermarvisi ma comprendere la bellezza della foto che ci sta sotto".
Questo è quello che aveva detto Don Marco alla fine del Campo GS... Credo che abbia colto un pezzetto di una grande verità.
Forse questa ROSS non è stata perfetta, io stesso, proprio il penultimo giorno forse me lo sono rovinato dimenticando di essere davvero me stesso; ma nonostante questo è stata vera, non "è stato solo un sogno", e voi, miei compagni di strada, siete veri, ed è questa la cosa più meravigliosa di tutto quello che ci è dato di vivere.
Naturalmente, non finisce tutto qua!
Visto che la ROSS non l'abbiamo vissuta in un "mondo alternativo", ma che siamo tutti vivi e reali nello stesso mondo reale, io conto sul rivederci, prima o poi!
Buona Strada a tutti!!!!