venerdì 23 aprile 2010

Pietre, pioggia, e un tortello alla marmellata

Prologo

La prima escursione di Geologia e Territorio, alla Pietra di Bismantova, era stata accompagnata da un tempo metereologico variabile dal "nuvoloso con nebbia a tratti aperta" al "nuvoloso con nebbia e pioggia lieve".

La seconda escursione di Geologia e Territorio, tra il monte Prinzera e la val Sporzana, era stata un po' più umida e ventosa.

La terza escursione di Geologia e Territorio, in Lunigiana, era stata lievemente migliore: le nuvole che coprivano il cielo ci hanno risparmiato l'acqua per (quasi) tutta la gita.



Capitolo primo (e unico)


Mercoledì 21 aprile 2010

La quarta escursione di Geologia e Territorio, nei dintorni del monte Fuso, è prevista per venerdì 23 aprile.

Nonostante la settimana sia la più calda e soleggiata dall'inizio dell'anno, le previsioni meteo per venerdì prevedono pioggia.


Giovedì 22 aprile 2010

Le previsioni meteo per il giorno successivo danno, per qualsiasi località e orario, da "pioggia moderata" a "temporale".

Rientro a casa - sotto la pioggia - verso mezzanotte, dopo una giornata all'università, una doccia e una cena veloce, una riunione di staff, un'altra di staff gemellata e una riunione di Comunità Capi; accendo il computer con un mano (l'altra sorregge le palpebre) e cerco eventuali comunicazioni di escursione rimandata: nulla.

Mezz'ora dopo desisto dall'idea di fare lo zaino prima di andare a dormire, e carico la sveglia: "Tanto, senza dubbio sarà rimandata".


Venerdì 23 aprile 2010

Mentre il cervello finisce di separare i ricordi della giornata precedente dalle immagini di sogni inquietanti su campi di formazione per capi, riempio lo zaino con il solito set di aggeggi di più o meno dubbia utilità, e con due o tre cose trovate in frigo. Non vado a fare la spesa: "Tanto, l'escursione sarà rimandata: andrò là giusto per averne la conferma...".

Parto, sotto una pioggerella rada ma insistente, in direzione campus.



Il primo indizio è stato il pullmino dei geologi con le portiere aperte. Lì ho cominciato ad essere un po' meno sicuro dell'annullamento dell'escursione.

La certezza è stata, arrivando, sentire il prof che diceva "...adesso dobbiamo trovare tre posti, su, dove i tre gruppi si potranno andare a riparare in caso di pioggia troppo forte..."



Ci smistiamo sulle macchine secondo un criterio molto semplice, poco meno antico delle forme di vita eucariotiche: uomini da una parte, donne dall'altra.

Io, finisco nella macchina delle donne.


Non che ci sia nulla di male, naturalmente: anzi, sono importanti occasioni culturali per approfondire le proprie conoscenze sulle (dis)avventure della principessa Sissi (e sui vestiti che indossava l'attrice che la interpretava).


Arriviamo a Lagrimone (alias campo base per geologi che stanno per inzupparsi da capo a piedi), e nel frattempo il tempo meteorologico ha subito un radicale cambiamento: la "pioggia debole e insistente" è diventata "pioggia moderata che non accenna a invertire la tendenza all'aumento". Nel caso non me ne fossi reso conto, il salumiere dal quale compro un po' di focaccia e prosciutto per integrare le scarse scorte procurate dal frigo di casa mi fa notare che "è proprio una pessima giornata per un'escursione"...

Viene il momento della divisione in gruppi (secondo l'efficace tecnica del "chi mi ama mi segua!"), e dopo un intervallo di tempo non ben definito, siamo sotto una tettoia di legno a cercare di capire quanta pioggia dovremo prendere per andare a vedere i quattro contatti stratigrafici che sono il nostro obiettivo. Per chi non lo sapesse, un contatto stratigrafico è... Avete presente un panino? Ecco, il panino ha diversi contatti stratigrafici: quello tra la fetta di pane di sotto e la maionese, quello tra la maionese e l'insalata, quello tra l'insalata e il prosiutto (crudo, se vi va bene, cotto, se vi va così così, coppa se proprio andate al risparmio), e via così...
Naturalmente i contatti che dovevamo trovare non erano tra fette di panini, ma tra formazioni rocciose. Peccato che le formazioni rocciose non sono poi così facilmente distinguibili come il pane e la maionese: soprattutto se una è una arenaria marnosa grigia facilmente sbriciolabile, l'altra è una marna arenacea grigia molto facilmente sbriciolabile, l'altra ancora è una marna grigio-verde (ma con intercalazioni arenacee, ovviamente)...
Così, guidati dalla carta geologica, dai nostri sensi ma soprattutto dal fattore C, ci siamo avventurati in quell'ambiente ad alta umidità relativa (ma anche assoluta, oserei dire) raccattando pietre, scalando rive franose e infangando irrimediabilmente la povera macchina della Giorgia che ci ha scarrozzati su e giù (e a destra e a sinistra) per i monti.


Una volta sufficientemente convinti di aver individuato gli obiettivi della nostra ardua missione, ci siamo diretti al più vicino luogo di pubblico ritrovo (il bar del paese di Sasso) per interpretare i dati raccolti (copiare in bella la cartina zuppa d'acqua su cui avevamo annotato alla bell'e meglio gli affioramenti trovati) e fare conoscenza diretta degli usi e costumi del luogo (pasteggiare a the caldo e tortelli alla marmellata). E devo dire che mentre la giacca sgocciola ancora appesa alla sedia, sentire il the fumante che scende nello stomaco e pensare che tutto quello che rimane da fare è infilarsi in macchina e tornare verso il campo base, ti fa apprezzare molto gli "usi e costumi del luogo".

Il ritorno verso Lagrimone (avrà qualcosa a che fare con l'acqua??) non è stato però così semplice come credevamo.
Se all'andata ci guidava il pullmino del prof, al ritorno abbiamo prima tentato di farci guidare dalla nostra memoria (col risultato di trovarci su una strada sconosciuta in un paese sconosciuto dell'appennino), poi di farci guidare dal navigatore satellitare, che per qualche inspiegabile motivo era costantemente in disaccordo con la carta topografica.
Il risultato è che, molte curve e molti "ma non siamo mai passati di qui!" dopo, ci siamo ritrovati su una strada che di certo non portava a Lagrimone, ma aveva qualche speranza di portarci verso Parma: unanimamente, l'equipaggio ha deliberato che non era poi così necessario ricongiungersi con gli altri gruppi a Lagrimone, e le lamentele del navigatore sono state zittite impostando la nuova destinazione.

Così, cantando La Canzone del Sole stretti in macchina mentre fuori le nuvole innaffiavano allegramente la terra con un fittissimo acquazzone, si concludeva la quarta escursione di Geologia e Territorio.


Bagnata, sì. E forse, diverse altre cose sarebbero potute andare meglio.
Ma, in fondo, ho il sospetto che questa giornata e questi compagni non li dimenticherò presto.
E questa è una buona cosa.