ovvero, la Route Invernale 2006 - Val di Susa:
- costringere la mamma a fare da tassita girando mezza Parma per caricare su gli altri (e i loro zaini);
- arrivare in stazione alle 6:40, e scoprire che il treno ha 30 minuti di ritardo;
- rompersi le scatole sulla pensilina guardando passare sul nostro binario tutti i treni del nord italia, escluso naturalmente l'unico che avremmo voluto veder passare;
- saliti sul treno a furia di spinte, accorgersi che i posti (prenotati da noi), sono anche prenotati da altre persone, che ovviamente sono già sedute e ci consigliano di rivolgerci alle FS per le rimostranze...
- restare bloccati per un'ora, con zaini e chitarra, nel corridoietto dell'intercity, affollato di passeggeri e di valige;
- alla prima stazione scendere dal treno e risalire di corsa sull'ultima carrozza alla ricerca di un posto libero, o, alternativa, farsi tutto il treno a piedi, nei corridoietti, trascinandosi lo zaino, con conseguende frattura delle ginocchia contro i seggiolini e odio eterno degli altri passeggeri;
- suonare e cantare, tanto perché gli altri passeggeri non ci odiano ancora abbastanza;
- giocare a 7 e mezzo;
- fare il giro turistico della stazione di Torino in attesa del treno successivo, comprando focacce e pizzette in abbondanza;
- giocare a 7 e mezzo;
- scendere alla stazione sbagliata, mentre si sta mettendo a piovere;
- farsi ospitare per pietà nell'oratorio del paese per il pranzo;
- giocare a Catechic;
- giocare al cruciverbone sulla carta di Clan, con gli occhi che si chiudono per il sonno da recuperare;
- camminare in calzoncini corti sotto la pioggia lungo la statale, guardando le macchine che ci suonano e i vermi che attraversano la strada (tipo lemming al suicidio);
- farsi narcotizzare da un qualche gas diffuso nella chiesa durante la Messa;
- apprezzare la praticità degli gnocchi che cuociono in 1 minuto e del galbanino;
- giocare a 7 e mezzo;
- scegliere il capitolo dell'anno affidandosi alla sorte (e ai 6 di Popo, e alla puzza del gorilla, e al grillotalpa che si sente fino a 600 m, e ai 4.000.000 di tacchini selvatici...)
- fare ore di coda per il bagno, aspettando le "inquiline del piano di sotto";
- farsi raccontare dal Dani la storia della buonanotte ("Balla Linda"...);
- svegliarsi e fare ore di coda per il bagno, aspettando le "inquiline del piano di sotto";
- far fuori due pacchi di biscotti in 4 a colazione;
- fare ore di coda per il bagno, per lavare le gavette, aspettando le "inquiline del piano di sotto";
- partire, e scoprire che sul sagrato dove stiamo facendo attività, di lì a 5 minuti arriverà la sposa per un matrimonio;
- arrivare alla Sacra di San Michele e accorgersi che Allino e la Costy si sono persi, e i capi sono andati a cercarli e si sono persi anche loro;
- accamparsi e pranzare con panini e salame in mezzo ai resti archeologici di un antico battistero;
- giocare a 7 e mezzo;
- dopo aver inutilmente aspettato i dispersi, visitare la Sacra lasciando sul libro delle firme "In ricordo di chi non può essere qui con noi...";
- scendere in paese prima lungo una mulattiera abbandonata poi rischiando di rimetterci le rotule lungo una via crucis ripida e scivolosa;
- sfrattare un reparto dalla sua sede pur di trovare un posto caldo;
- accogliere i dispersi (con molto calore e compassione, sisi... )
- passare tutto il pomeriggio e la sera a fare Punto della Strada, scoprendo di essere un Clan di anticlericali ("...facciamo così, alzi la mano chi non ha problemi col punto fede...")
- lavare le gavette alla fontana con un vento a 0° C che ti spruzzava l'acqua gelata addosso, rigorosamente in calzoncini corti;
- ibernarsi per salutare gli amici valsusini (e non) passati a trovarci;
- incastrarsi in 19 in una stanza dove per terra ci stanno al massimo 12 persone;
- farsi raccontare dal Dani la storia della buonanotte ("i pramzàn dal sàs");
- accorgersi domenica mattina, quando ci stiamo giusto abituando alla route, che è già quasi finita;
- giocare a calcio nel sagrato della chiesa;
- giocare a carte in stazione aspettando il treno (ovviamente in ritardo);
- salire sul treno (ovviamente pieno) e passare il viaggio nel corridoietto tra i vagoni;
- fare un'altro giro turistico per la stazione di Torino in attesa del treno;
- terrorizzarsi per un sospetto terrorista che, dopo essersi piazzato in mezzo ai nostri posti (di fianco alla Fra e al Carcio che dormivano...), non si voleva spostare;
- e, per finire, giocare a 7 e mezzo!
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